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L'ara dipinta conservata nel museo di Sfax è un monumento unico nel suo genere, sia all'interno della necropoli di Thaenae, da cui proviene, sia nell'ambito dell'archeologia del Mediterraneo di età tardoantica. Gli autori analizzano sotto differenti prospettive di ricerca. L'analisi delle immagini porta alla conclusione che il monumento vada ricondotto alla sensibilità delle comunità cristiane d'Africa della prima metà del IV secolo e sia specchio di quella sete del martirio da esse spesso evocata. In un'epoca in cui poche e spesso ambigue sono le immagini del martirio, l'ara si pone come una testimonianza imprescindibile per chi voglia indagare i modi e le forme con cui le iconografie pagane si piegarono a narrare, già dai primi secoli, i nuovi valori del Cristianesimo. Con una postfazione di Sofia Boesch Gajano.